Entriamo nel mondo del volo attraverso un particolare percorso tematico
1925: IL VOLO DI FRANCESCO DE PINEDO ROMA-MELBOURNE-TOKIO-ROMA
La crociera da Sesto Calende
fino a Tokio passando per Melboure, realizzata nel 1925 con un idrovolante di serie, modificato solo per la scelta di un motopropulsore più adeguato, è la prima impresa di eco mondiale di Francesco De Pinedo. Un percorso pari ad una volta e mezza il giro del mondo, 55.000 chilometri appunto, che coinvolge fondamentali aspetti logistici della navigazione aerea a lungo raggio, ovviamente relazionati al periodo storico e allo stadio di sviluppo della tecnica aeronautica dell'epoca, ma comunque di grande impatto ed importanza storica per l'aviazione. De Pinedo parte il 20 Aprile 1925 da Sesto Calende per tornare a Roma il 7 Novembre, dopo aver percorso 55.000 chilometri, in 370 ore di volo... "Gennariello prendeva acqua nel Tevere, all'altezza di Ponte Ripetta, acclamato da un'immensa moltitudine che si affollava sui ponti e i parapetti come sulle scalee di un antico circo romano". |
Alcuni estratti dal libro di Francesco De Pinedo |
Nessuno era riuscito nell'osare e realizzare tanto prima di lui, con i normali mezzi prodotti e messi a disposizione dalle industrie dell'epoca, senza usare nulla che fosse progettato e realizzato "ad hoc" per l'impresa.
In questo progetto didattico gli studenti della IVA di scienze della navigazione, sezione logistica A.S. 2016-17 dell'Istituto De Pinedo-Colonna, ripercorrono questa impresa dell'uomo che dà il nome al proprio Istituto, cercando di capire fino in fondo quali implicazioni tecniche ed umane abbia avuto, raccontandola poi a modo loro. Ripercorreremo alcune tappe fondamentali del viaggio, attraverso il racconto del protagonista traendoli dal suo libro: " Un volo di 55000 chilometri " ( ancora edito in diversi formati e da diversi editori ) pubblicando qui i lavori prodotti in una ricerca alla riscoperta di questa impresa che interessa aspetti di grande significato tecnico, logistico, aeronautico, e meteorologico. Qui le schede di lavoro che gli studenti utilizzeranno per "ripercorrere il viaggio" e imparare così "scienza e tecnica" attraverso l'esperienza di chi ci ha preceduto. (un click sul nome della scheda per scaricarla) SCHEDA 1 - Lasciando l'Italia : L'aereo, il contesto, le difficoltà, la logistica. SCHEDA 2 - Primi giorni di volo: quale rotta, cosa aspettarsi, cosa ho capito ? SCHEDA 3 - Cosa ho imparato. La tipologia e gli argomenti di domande nella verifica delle competenze. |
L'idea, il progetto, Altri aspetti estremamente interessanti del testo sono quelli relativi a:
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"Ebbene, io trovo strano che molti aviatori, anche fra quelli appartenenti a un magnifico popolo di marinai,
non vedano come gli idrovolanti siano le sole macchine da volo che possano veramente andare ovunque,
dato che il 90 per cento, e forse più, dei maggiori centri del mondo sono sul mare o sulle grandi arterie fluviali.
Io arrivo invece ad affermare che le linee aeree di aeroplani, attualmente in funzione nell'interno del continente europeo,
potrebbero essere percorse quasi tutte da idrovolanti, con maggior economia di esercizio e di impianti e con maggior sicurezza
e praticità di funzionamento. Sulla Parigi-Londra, ad esempio, il viaggiatore impiega circa due ore e mezzo per il volo,
ed altrettante, alla partenza ed all'arrivo, per il tragitto dalla città all'aerodromo e viceversa.
Gli idrovolanti invece permetterebbero, e tale possibilità io ho constatata personalmente, di fare scalo sia a
Pont-de-la-Concorde sia alla Westminster Abbey, cioè nel cuore delle due metropoli." (dal libro di Depinedo) Una delle tesi di De Pinedo che emerge tra le righe della lettura, é non solo che l'aereo é uno dei mezzi del futuro, ma che l'idrovolante é il mezzo più adatto in assoluto, soprattutto per una nazione ricca di coste come l'Italia. Di fatto, le infrastrutture sarebbero "facilmente equipaggiabili" considerando che gli specchi d'acqua, a differenza delle piste, non devono essere preparati. La storia smonterà radicalmente questa tesi, dimostrando che gli aeroporti sono più semplici da realizzare e gestire rispetto agli idroscali. Cerchiamo allora di seguire la sua tesi, e capire perchè la storia su questo punto gli ha dato torto. Analizziamo la sua esperienza: cerchiamo di capire quali infrastrutture sarebbero servite a questa impresa e per induzione, quali sono necessarie per la realizzazione una qualsiasi infrastruttura adatta ad accogliere aeromobili. Utilizzando il secondo blocco di testi qui forniti, estratti dal racconto delle peripezie vissute nelle località tra Alessandretta e Bombay, gli studenti dividendosi in quattro gruppi (Alfa, Bravo, Charlie, Delta) devono analizzare i problemi incontrati: dargli un nome, catalogarli in termini di "causa ed effetto" e quindi proporre delle soluzioni atte a non ripetere il problema per altri viaggiatori. |
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SCHEDA 4 - Quali sono i problemi tipici degli approdi? : definiamo problemi e soluzioni SCHEDA 5 - Come doveva essere un idroscalo? : Esempi necessità e soluzioni SCHEDA 6 - Quali analogie? : verifichiamo come e se un aeroporto risponde a queste necessità Lavoro di sintesi |